lunedì 25 novembre 2013

FIGLI STANCHI E DEMOTIVATI, COME FARE?

             PSICOLOGIA OGGI La nostra esperta risponde 
Gentile dott.ssa Convertino, sono la mamma di un ragazzo di 16 anni, che frequenta il terzo anno di un istituto tecnico, purtroppo con scarsi risultati. Le scrivo perché sono preoccupata dalla sempre crescente demotivazione e svogliatezza che Federico lamenta durante la giornata: dice di non riuscire a concentrarsi, di essere sempre stanco e assonnato, di non essere motivato a studiare perché molte materie non lo interessano e i professori non lo stimolano. Di conseguenza si riempie di impegni extrascolastici, sport, e interminabili uscite con gli amici, anche solo passando le ore senza fare nulla al parchetto vicino a casa. Per non parlare del tempo da lui trascorso in camera davanti al computer a chattare, senza che nessuno possa osare entrare. A volte diventa quasi intrattabile, è nervoso e chiedergli qualcosa appare impossibile…cosa posso fare per cambiare questa situazione? C’è un modo per aiutarlo e aumentare la sua motivazione a studiare e ad impegnarsi di più? È un ragazzo intelligente, sensibile e sveglio, ma con i brutti voti che sta prendendo rischia di ripetere l’anno.
La ringrazio per i consigli e l’aiuto. 
Distinti saluti.                          
Laura


Gentile Laura, la ringrazio per avermi scritto. Come può immaginare suo figlio si trova nel pieno del periodo dell’adolescenza, fase molto importante ed estremamente delicata per la vita di ogni persona, in quanto ricca di cambiamenti e trasformazioni. È in questo momento, infatti, che il ragazzo comincia a sperimentare una prima vera e propria individualità e separazione dai genitori, che fino ad ora hanno sempre costituito il punto di riferimento e il modello di identificazione principale.
Da anni il nostro Centro si occupa di interventi specifici sulla motivazione di ragazzi proprio come il suo. Nel periodo della trasformazione adolescenziale spesso l’impotenza e la frustrazione dei genitori diventano le uniche emozioni di riferimento. Quali strategie concrete si possono adoperare per intervenire efficacemente?
È importante innanzitutto che lei e suo marito stabiliate fin da subito un contratto insieme a Federico. Cosa implica questo? La necessità di definire degli obiettivi chiari e precisi da raggiungere nel breve e nel lungo periodo, che possano essere man mano verificati nel corso delle settimane. Prima ancora però, è fondamentale che voi genitori, di comune accordo, discutiate con vostro figlio i premi e le punizioni che ciascuno degli obiettivi porta con sé, in modo che il ragazzo sia consapevole delle conseguenze del suo impegno o della sua svogliatezza, e senta di aver preso parte ad un processo di contrattazione che è lui stesso a poter “gestire”, senza doverlo subire forzatamente, e senza poter avanzare lamentele del tipo “Non lo sapevo” o “Non è giusto”. Un’altra strategia utile per motivare e portare un cambiamento nella situazione scolastica di Federico, può essere quella di  organizzare lo studio e gli impegni in modo nuovo e preciso, con l’utilizzo di una tabella settimanale, nella quale il ragazzo potrà scrivere i compiti e le materie da studiare nell’arco dei pomeriggi, gli allenamenti sportivi e le eventuali uscite con gli amici, cercando di trovare insieme una buona ed equilibrata organizzazione.
A volte può accadere però, che demotivazione, stanchezza e difficoltà scolastiche siano in realtà espressioni di una depressione mascherata, segnali che indicano la necessità di fermarsi, per comprendere i comportamenti e le relazioni che possono generare sofferenza e disagio. In queste situazioni è opportuno affidarsi ad un esperto che, grazie ad un percorso diagnostico, potrà individuare con precisione i sintomi e cogliere le risorse del ragazzo. Attraverso i  colloqui e la somministrazione di test, sarà possibile riconoscere i blocchi emotivi, affettivi e comportamentali, modificare le strategie di comportamento inefficaci e potenziare le capacità e il benessere dell’adolescente.
Ciò che è importante, cara Laura, è rimanere sempre connessi con i nostri figli: ogni genitore può imparare le parole utili ed efficaci per supportare e motivare i propri figli, ascoltando i loro bisogni, responsabilizzandoli e rendendoli più consapevoli delle loro scelte. 

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